Un grande Berrettini torna in campo sull’erba di Stoccarda dopo tre mesi di assenza, un’operazione alla mano e vince il torneo. Un 250 mila. Come si dice, “un torneo minore” sulla carta, nel quale era nettamente il favorito. Attenzione pero’. Quello che ha fatto Matteo è un risultato che manda una serie di segnali estremamente positivi e interessanti.

Prima di tutto il problema alla mano sembra perfettamente risolto. Questo è certamente l’aspetto più importante del suo ritorno in campo. Ha giocato per una settimana dandoci dentro con partite lunghe e lottate e la mano – direi – ha funzionato benissimo. E questo ci fa ben sperare per il futuro.

Berrettini poteva vincere o perdere questo torneo, ma la sua mano perfettamente guarita a prescindere dal risultato sarebbe già stato motivo di grande soddisfazione. Vero che certamente Matteo è già parecchio che si allena. Ma in partita è tutta un’altra cosa. E’ lì che testi come sono realmente le tue condizioni fisiche. E si capisce che è guarito perfettamente dal modo di come impatta la palla. Senza più nessun condizionamento, anche dal punto di vista mentale.

Berrettini – ho scritto – poteva vincere o perdere. Dopo tre mesi e un intervento. Quando si rimane fuori dalle gare e non si gioca partite per lungo tempo molti giocatori perdono un po’ la carica agonistica. Si perde il contatto con l’ambiente dei tornei, la routine degli allenamenti, il ristorante con gli altri giocatori, i match non giocati – gli unici che contano. Perché in allenamento non è la stessa cosa. Le tensioni, il nervosismo, lo stress, il riscaldamento prima della partita. I meeting con il coach per parlare del match, del tuo avversario. Di come devi giocare tu e qual è la strategia.

Tutto questo può mancarti, magari quando ritorni dopo un lungo periodo di stop. Può penalizzarti. Alcuni giocatori hanno bisogno di giocare più tornei per ritrovare quelle giuste sensazioni. Per ritrovare quell’ambiente nel quale si trovano perfettamente a loro agio. Per Matteo non è stato così. E’ ritornato e ha vinto! Ha sofferto e lottato dalla prima all’ultima partita. Forse il suo tennis non è ancora al 100%, ma va bene così.

C’è Wimbledon da giocare e certamente in queste due settimane migliorerà ancora. Ma l’aspetto più importante, quello che conta più di tutto che ha fatto vedere Berrettini è l’atteggiamento, il carattere, la volontà e il grande agonismo che c’è in lui. Ritorna dopo tutto questo tempo e sembra che non si sia mai allontanato dai campi di gara. Questo suo forte e prezioso spirito di combattente è la sua più grande qualità. Merce rara, di grande valore, dei più grandi campioni.