Quel 19 dicembre del ’76 uno dei miei sogni si realizzò. Ero in Cile e con i miei compagni vinsi la Coppa Davis. L’unica vinta dall’Italia in questi circa 100 anni. Giocai l’incontro di apertura contro Fillol – il n. 1 cileno – vinsi e quello fu il match che spalancò le porte alla nostra vittoria.
Mi sentivo l’uomo più felice del mondo e in quel momento tutti i miei pensieri andarono a un uomo. E’ vero, c’erano state tante persone che durante la mia vita, la mia carriera mi avevano aiutato – ma quell’uomo fu per me il vero e unico punto di riferimento. Nella mia formazione tecnica tennistica, ma più di tutto mi costruì caratterialmente, mi insegnò il valore della disciplina, dell’amicizia, dell’onestà, del rispetto e di quanto fosse importante il lavoro per ottenere i risultati.
Era burbero e severo? Probabilmente sì. Una volta mi cacciò dal campo tirandomi un paio di zoccoli. Probabilmente aveva tutte le ragioni del mondo. Allora eravamo un gruppo di ragazzini scatenati che facevano impazzire tutto il Tennis Club Alessandria. Quando ci insegnava sul campo mi diceva:
“Corrado, tu devi giocare sulle righe e non ti preoccupare di sbagliare. All’inizio magari le palle andranno fuori di poco, ma tu continua a provarci e vedrai che alla fine ci riuscirai.”.
Giuseppe Cornara è stato un grande maestro di tennis e un grande educatore. E non c’è dubbio che per quanto mi riguarda, abbia lasciato un segno che rimarrà per sempre. Vinto l’incontro con il Cile mandai un telegramma al mio maestro. Lo ringraziavo per tutto quello che aveva fatto per me, ma soprattutto volevo condividere con lui la gioia di quella vittoria. Quella Coppa Davis scrissi, era anche sua.
Una Squadra è la docuserie in 6 puntate, prodotta da Fandango e diretta da Domenico Procacci che racconta la storia degli uomini che hanno fatto la storia recente del tennis italiano, raggiungendo 4 finali di Coppa Davis in 5 anni – e vincendo l’edizione del 1976 contro il Cile – In onda su Sky Atlantic e Now TV.